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La sostenibilità negli acquisti B2B

Il nuovo studio condotto da JARO in collaborazione con CBS International Business School e Unite fa luce sullo stato attuale degli acquisti sostenibili e delle catene di fornitura responsabili.

Lo studio analizza lo status quo degli acquisti sostenibili e delle catene di fornitura responsabili.

Scopri i risultati dello studio

Il tema della sostenibilità è sempre più importante per le aziende. È quanto conferma il nuovo studio dal titolo “Acquisti sostenibili e catene di fornitura responsabili” condotto dall’istituto JARO per la sostenibilità e la digitalizzazione, in collaborazione con la CBS International Business School e la piattaforma di procurement Unite. Il 65% dei partecipanti ritiene infatti la sostenibilità come “molto importante”; nel 2020, questa percentuale si fermava al 54%. 

«Abbiamo deciso di ripetere lo studio per saperne di più sul ruolo dei reparti acquisti nel raggiungimento degli obiettivi aziendali in termini di sostenibilità. La grande partecipazione e l’interesse generato dimostrano quanto il tema sia rilevante» spiega Yvonne Jamal, Founder e CEO dell’istituto JARO. «Tuttavia, i risultati dell’indagine evidenziano anche grandi discrepanze. Elaborare obiettivi e strategie è solo l’inizio, ma un’azienda è realmente sostenibile solo se questo valore entra a far parte di tutti i processi d’acquisto. Solo allora si crea un vero e proprio cambiamento».

Discrepanza tra intenzione e comportamento d’acquisto

Per molte aziende la sostenibilità è ancora solo un concetto astratto, e spesso sono in difficoltà quando si tratta di modificare i processi. Circa un terzo dei partecipanti ha dichiarato di aver introdotto una strategia di approvvigionamento sostenibile o di aver investito nella formazione dei dipendenti in merito a queste tematiche. Eppure, solo il 12% dei reparti acquisti ha effettivamente rispettato questi principi in fase di valutazione dei fornitori. Inoltre, benché la cooperazione e la condivisione di best practice siano elementi chiave per una strategia efficace, soltanto il 6% afferma di confrontarsi periodicamente con i fornitori. Per compiere dei progressi significativi, lo studio dimostra quanto sia importante sviluppare metodologie e processi in collaborazione con il management e i fornitori, basandosi soprattutto sulla situazione di partenza e sull’analisi di materialità.

Discrepanza tra intenzione e comportamento d’acquisto

La sostenibilità nelle decisioni di acquisto 

Anche per quanto riguarda le decisioni d’acquisto, si nota una discrepanza importante tra gli obiettivi e il comportamento effettivo. Criteri come l’analisi dei rischi o dei rating esterni per valutare le performance di  
sostenibilità dei fornitori, così come del ciclo di vita dei prodotti, rimangono agli ultimi posti della classifica dei bisogni informativi. Al contrario, dati economici più tradizionali come la qualità, i tempi di consegna o il prezzo per articolo vengono considerati più rilevanti. Si tratta certamente di un comportamento influenzato dal contesto di permacrisi attuale.

I criteri che influenzano maggiormente le decisioni di acquisto

«Una catena di fornitura solida è possibile solo adottando criteri di sostenibilità e modificando a sua volta anche il ruolo del reparto acquisti. Invece di fermarsi alla semplice analisi dei costi, è importante investire nel futuro, e una buona performance in materia di sostenibilità è l’unico modo per ottenere profitti a lungo termine. La gestione delle categorie merceologiche e dei fornitori avrà sempre più rilevanza», spiega la professoressa Lisa Fröhlich, docente di Strategic Supply Management presso l’International Business School CBS, e aggiunge: «Ciò significa che i CPO avranno maggiori responsabilità, tra cui acquisire le conoscenze e competenze necessarie per analizzare e valutare in maniera critica le strategie di acquisto. A questo scopo, la collaborazione diventa fondamentale, ed è pertanto necessario costruire nuove catene di fornitura globali anziché concentrarsi unicamente sui fornitori diretti» 

La creazione di nuove catene di fornitura globali

Se si analizzano le informazioni sui fornitori più rilevanti per le decisioni di acquisto, si nota ancora una volta un contrasto tra la teoria e la pratica. Aziende e organizzazioni si dichiarano pronte a investire nella sostenibilità: ad esempio, il 44% dei partecipanti allo studio sarebbe disposto a spendere di più per acquistare prodotti di fornitori responsabili a livello sociale e ambientale e il 35% lo prenderebbe in considerazione. Sono dati positivi che dimostrano come la sostenibilità stia diventando un valore importante, ma che purtroppo non si riflettono ancora nella pratica. Infatti, per valutare la sostenibilità lungo la catena di fornitura, il 40% degli intervistati si concentra sui dati economici dei fornitori, mentre i dati ambientali e l’analisi dei fornitori a monte si fermano rispettivamente al 23% e 12%. Quest’ultimo aspetto in particolare dimostra un calo di interesse drastico rispetto ai risultati del 2020, perdendo circa 27 punti percentuali. Si tratta di un dato preoccupante, poiché evidenzia come il valore aggiunto di catene di approvvigionamento trasparenti non sia ancora riconosciuto dalla maggior parte delle aziende.

Le informazioni sulla sostenibilità più rilevanti per le aziende

I requisiti dei clienti come motore della sostenibilità

I mercati si aspettano una maggiore responsabilità da parte delle aziende, e ciò ha un impatto importante per quanto riguarda la sostenibilità. Infatti, le richieste dei clienti risultano essere il driver principale per agire in maniera sostenibile per l’82% dei partecipanti, seguito da motivazioni intrinseche e attitudinali (81%), e successivamente da istruzioni interne (77%) e disposizioni di legge (75%). Ma c’è ancora bisogno di supporto affinché questo cambiamento avvenga. Ad esempio, vengono richiesti espliciti criteri per la gestione del rischio in riferimento agli acquisti strategici e la promozione di una maggiore consapevolezza da parte dei dipendenti sulle tematiche di responsabilità e acquisti sostenibili attraverso un’adeguata formazione. In conclusione, è necessario un supporto analitico per poter effettivamente includere la sostenibilità nei processi quotidiani.

Quali fattori promuovono l’approvvigionamento sostenibile in azienda

«Possiamo fare grandi passi avanti solo collaborando, perché la sostenibilità è un tema che unisce i reparti di acquisto e vendita. Conoscendo davvero i fornitori e le supply chain, è possibile minimizzare i rischi e agire in maniera responsabile. A questo scopo servono però trasparenza sulle catene di fornitura e dati sull’applicazione dei principi di sostenibilità e sul comportamento d’acquisto; successivamente, è necessario considerare queste informazioni in fase decisionale» spiega Eva Winkler, Sustainability Product Manager di Unite.

Per saperne di più sullo studio e scaricare il whitepaper, visita questa pagina.

Metodologia

Lo studio “Acquisti sostenibili e catene di fornitura responsabili” è stato condotto online in forma anonima dal 14 ottobre al 23 dicembre 2022. Il questionario, a cui hanno partecipato in totale 291 persone, si rivolgeva principalmente a dipendenti del reparto acquisti di aziende e organizzazioni. Il 71% degli intervistati proveniva dall’area DACH (che comprende Germania, Austria e Svizzera), mentre il restante 29% da altri mercati internazionali, soprattutto Italia, Spagna e Francia. I risultati del sondaggio sono stati confrontati con i dati dello studio precedentemente effettuato nel 2020. 

I promotori dello Studio

Istituto JARO per la sostenibilità e la digitalizzazione  

L'istituto JARO per la sostenibilità e la digitalizzazione ha l’obiettivo di motivare e ispirare aziende e organizzazioni pubbliche a integrare questi principi nei propri modelli e processi. A questo scopo, si occupa di diffondere consapevolezza e condividere le best practice attraverso l’organizzazione di workshop e conferenze, la pubblicazione di know-how, o tramite programmi di e-learning e podcast. Inoltre, collega gli stakeholder e ne facilita la collaborazione al fine di promuovere l’applicazione dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (agenda 2030) promossi dalle Nazioni Unite. Fondata nel 2018 con sede a Berlino, questa associazione senza scopo di lucro comprende una vasta rete di membri attivamente impegnati nelle tematiche di business sostenibile. 

CBS International Business School

Fondata nel 1993, la CBS International Business School è una delle più rinomate università private di scienze applicate in Germania. CBS è inserita in una rete mondiale di 120 università e aziende partner e conta circa 1.900 studenti provenienti da oltre 75 Paesi diversi. L’università ha fatto del motto “Creating tomorrow” il proprio manifesto: i corsi sono offerti in inglese o tedesco, e il focus principale è lo studio del management. La CBS International Business School GmbH è parte del Gruppo Klett, con sede a Stoccarda. Con 67 sedi in 33 città di 15 Paesi europei, questo Gruppo è una delle principali aziende del settore della formazione. 

Unite

Unite connette le aziende per creare un’economia sostenibile. L’innovativa piattaforma di e-procurement, conosciuta per il suo marketplace B2B Mercateo e per il suo Procurement Portal integrati, permette alle aziende del settore pubblico e privato di semplificare i propri processi di acquisto. Unite collega clienti e fornitori in una nuova esperienza di business collaborativo, promuovendo concorrenza leale e partnership basate sulla fiducia. La struttura flessibile e scalabile della piattaforma supporta le connessioni tra le aziende, processi stabili e una supply chain solida. Unite rivoluziona il modo di fare acquisti creando e condividendo valore per mercati ed economie locali. Nel 2022 è stata la prima piattaforma a ottenere il riconoscimento internazionale Fair Tax Mark per la condotta fiscale responsabile e trasparente. Fondata nel 2000, la sede centrale si trova oggi a Lipsia, in Germania. Unite è presente in 14 Paesi europei con più di 700 dipendenti provenienti da tutto il mondo. Nel 2022, Unite ha raggiunto un fatturato di 447,7 milioni di euro. Per maggiori informazioni, visita il sito unite.eu

Scopri i risultati dello studio

Immagine del team Comunicazione

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